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Toyota iQ, l'anti-Smart ha quattro posti

di Giampiero Bottino

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10 novembre 2008

Debutta la city car del costruttore nipponico. Lunga solo 29 centimetri più della rivale tedesca è una 3+1

Toyota, primo costruttore mondiale di automobili, ha lanciato la sua sfida nel mondo della mobilità individuale sostenibile. La sfida si chiama iQ e, in un momento in cui crisi mondiale e sensibilità ambientale concorrono a spingere il mercato delle automobili che costano, consumano, inquinano e ingombrano poco, pone le basi per un'autentica rivoluzione.

Potrebbe essere la prima tappa verso quel modo nuovo di concepire l'oggetto auto in cui molti osservatori vedono l'unica via d'uscita per un'industria che boccheggia, alle prese con una situazione senza precedenti anche per l'imprevedibilità della sua durata.

La iQ, dove la i sta per "individualità" e "innovazione", mentre la Q vuol significare sia la qualità che la forma cubica della vetturetta, è davvero una straordinaria officina di idee. Non era del resto ipotizzabile trovare posto per quattro persone in una macchina lunga meno di tre metri (2.985 mm per la precisione, 29 cm più della smart che però di posti ne ha due) affidandosi a concetti consolidati e tradizionali. Ecco dunque un ripensamento globale che coinvolge l'intera architettura dell'auto, la conformazione dei sedili e del serbatoio della benzina, l'inedita e ingegnosa disposizione di alcuni organi meccanici che hanno consentito di guadagnare spazi impensabli.

La svolta c'è, anche se i quattro posti sono da considerare un realtà un 3+1, visto che, se il lato passeggero accoglie comodamente due persone anche di alta statura, dietro a chi guida può sedere soltanto un bambino, o un adulto... piccololo piccolo.

Su strada, la iQ (come detto, non è l'acronimo inglese di quoziente d'intelligenza, ma potrebbe tranquillamente esserlo) è una cittadina ideale, capace però di essere un'eccellente compagna di viaggio anche negli spostamenti extraurbani. Grazie anche alle ruote anteriori collocate esattamente agli angoli della carrozzeria, offre una maneggevolezza e un'agilità assolute, che si possono riassumere nel quasi incredibile raggio di sterzata di soli 3,9 metri (quello del "microbo" Smart è di 4,2 metri).

I motori d'esordio sono brillanti, come abbiamo constatato alla guida della versione con il 3 cilindri 1.0 a benzina da 67 Cv, già utilizzato sulla Aygo e proclamato "Motore dell'anno 2008" nella categoria di appartenenza. Unico propulsore proposto sul nostro mercato (il turbodiesel 1.4 D-4D da 90 Cv non sarà importato visto la scarsa propensione dei consumatori per le city car a gasolio) promette nel ciclo misto consumi di 4,2 litri per 100 km, con emissioni di CO2 di soli 99 g/km, che diventano 110 se al posto del cambio manuale a 5 rapporti si opta per il nuovo automatico a variazione continua Multidrive. Nel secondo semestre 2009 (la commercializzazione della iQ partirà in tutta Europa all'inizio dell'anno con un target di 80mila unità) la gamma motori sarà arricchita da un inedito 1.3 a benzina completo del sistema "Stop & start" che riduce consumi ed emissioni con lo spegnimento automatico del motore durante le soste.

La più piccola delle Toyota sarà sobria, ma non low cost: i contenuti tecnologici non lo consentirebbero. La versione di lancio ordinabile dal 7 ottobre (oltre mille i contratti firmati) costa 13.600 euro, dispone di un allestimento particolarmente ricco, è offerta nei colori bianco o nero (altre tinte si renderanno disponibili nel corso dell'anno) e con il solo cambio Multidrive che durante la prova su strada ha favorevolmente impressionato. In Italia la iQ si presenta con un obiettivo di vendita di 20mila unità nel 2009, numero che farebbe del nostro il primo mercato europeo per la rivoluzionaria piccola delle tre ellissi.

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